Nessun dubbio che il modo in cui un referente ci stringe la mano per salutare può rivelare cosa sta provando.
Da secoli si ragiona sulla stretta di mano, interpretando questo gesto assai diffuso per il saluto formale come un dato in grado di trasmettere molte informazioni sulla personalità e lo stato emotivo di una persona.
Nella Grecia classica e nell’antica Roma ci si stringeva la mani per far capire all’altro di essere disarmati, quindi privi di intenzioni aggressive. Di conseguenza, il gesto esprimeva innanzitutto pace. A Roma si preferiva però afferrare l’avambraccio altrui e non il palmo.
Sembra che anche gli antichi babilonesi si salutassero stringendosi le mani, ma solo in occasioni cerimoniali. La stretta di mano che usiamo oggi dovrebbe avere invece radici germaniche: erano i barbari e porgersi nel saluto la mano destra, per posare le armi e inspirarsi fiducia reciproca.
Da sempre il modo in cui ci si stringe la mano viene interpretato come un dato rivelatore dei sentimenti e delle intenzioni altrui. Istintivamente, per esempio, la stretta forte e decisa suscita impressioni che rimandano a un senso di sicurezza. Si tratta di un’interpretazione corretta?
Quando la mano è ferma e la stretta è decisa, per la psicologia significa che chi sta salutando è sicuro di sé. Quando la stretta è un po’ troppo insistita e rigida indica invece aggressività e voglia di sopraffazione. Specie la stretta troppo tenace o che cerca di girare la mano dell’altro verso il basso potrebbe indicare un desiderio di controllo, un istinto di prevaricazione.
Per contro, una stretta debole può suggerire timidezza o incertezza. Per tradizione, chi stringe la mano in modo troppo delicato potrebbe suggerire anche indifferenza o poca disponibilità. Ma dipende dal contesto. Nella cultura orientale, per esempio, ci si stringe la mano sempre delicatamente.
Una stretta di mano accompagnata da un sorriso e un contatto visivo mostra cordialità: è un gesto istintivo e socialmente strutturato per esprimere apertura verso gli altri. La stretta prolungata è sintomo di interesse. Oltre al modo in cui si stringe la mano, conta poi anche lo stato dell’arto. Toccarsi significa raccogliere informazioni sull’altro. Una mano sudata o tremolante può per esempio indicare nervosismo o ansia.
Se una persona stringe la mano ma tiene il busto indietro, mantenendo una certa distanza fisica, è probabile che voglia evitare un vero contatto. Dunque è a disagio, o può essere in difficoltà. Potrebbe anche essere un gesto che rivela un sentimento di antipatia. La stretta veloce e senza contatto visivo può invece indicare mancanza di rispetto o fastidio.
Ovviamente, giudicare una persona solo dalla stretta di mano potrebbe rivelarsi un po’ troppo semplicistico. Il modo in cui ci si stringe la mano può fornire alcune informazioni sullo stato emotivo e la sicurezza di una persona, ma rappresenta solo un aspetto parziale del comportamento non verbale. Ci sono infatti tanti altri segnali da interpretare… il linguaggio del corpo, l’espressione facciale, il tono di voce.
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